Il manufatto edilizio oggetto di ristrutturazione e ampliamento è conosciuto nel territorio del comune di Marostica come “Osteria alla Fortuna”. L’edificio vigeva in uno stato di grave abbandono e mostrava l’urgente necessità di un recupero complessivo. La costruzione è situata in corrispondenza al lato nord-est dell’area del Campo Marzio e alla fine del lungo viale alberato che costeggia l’area sino all’ingresso dell’osteria che risulta in asse con il percorso pedonale. Il fabbricato si componeva di in un blocco principale, a pianta quadrangolare, suddiviso in tre piani fuori terra: il piano terra adibito ad attività di ristorazione mentre gli ulteriori due piani ad uso residenziale. La costruzione originaria presentava gli stessi caratteri architettonici della facciata principale ancora visibile e la stessa sagoma geometrica. Lo spessore assai diverso delle murature e la sostanziale diversità dei materiali con cui sono state eseguite mostra chiaramente la presenza di un primo volume probabilmente dei primi del ‘900 successivamente ampliato nell’attuale dimensione; le parti originarie in muro a sassi lasciano il posto a muri meno spessi in mattoni. La parte iniziale presenta paraste e modanature che individuano campiture di facciata e proporzioni geometriche mentre l’ampliamento mantiene la semplicità e povertà dei materiali anche nella forma edilizia. Dalla comparazione con altri edifici dell’epoca presenti nel territorio di Marostica è stato possibile immaginare che in origine fosse una palazzetto dei primi del “900 a sagoma rettangolare privo di una copertura a padiglione. La sagoma stessa delle cornici di copertura era realizzata in calcestruzzo con una forma a gradini che non corrispondeva alle modanature dei marcapiano presenti nei tre lati principali. Le scelte progettuali hanno presupposto di mantenere la memoria delle superfici originarie, tralasciando tutti gli interventi di adeguamento successivo poveri di ogni contenuto architettonico e tecnologico e sono state guidate dalla volontà di mantenere la memoria storica dell’attività dell’osteria e delle parti originali del manufatto edilizio attraverso una composizione unica dell’edificio nella assoluta riconoscibilità dei momenti storici di produzione delle parti architettoniche. La soluzione di progetto fa convivere in una unica entità il passato e il presente cercando un piano comune di riferimento; questa ipotesi ha preso corpo pensando al piano comune come un involucro di base, una struttura di supporto neutra, che fungesse da collante per le superfici dei primi del novecento assieme a quelle del presente. L’edificio si configura con una tipologia a palazzetto che mantiene le caratteristiche formali originarie, con l’eliminazione della copertura a padiglione non consona né alle architetture dei primi novecento e nemmeno a quelle attuali. Ciascuna delle due superfici di parete vengono trattate con rigore stilistico provvedendo al restauro delle superfici mantenute e alla ricomposizione di parti degradate mentre nel caso delle nuove pareti viene lasciato spazio ad uno stile compositivo semplice con ampie superfici vetrate. La soluzione funzionale prevede la realizzazione di un interrato che comprende tutto il sedime dell’edificio all’interno del quale troveranno posto due locali di deposito per i due appartamenti mentre lo spazio rimanente sarà destinato all’attività del ristorante al piano terra. Il piano terra viene interamente dedicato all’osteria con la sola esclusione della scala di accesso ai piani superiori, organizzati per prevedere due appartamenti. La zona al piano terra è dotata di impianti indipendenti, conformi alle necessità dell’attività commerciale. Sul piano di copertura saranno installati sia pannelli solari termici, sia pannelli fotovoltaici per contribuire alla riduzione degli agenti inquinanti e alla riduzione dei consumi energetici. L’ascensore consente il collegamento verticale per gli appartamenti ed anche per la zona del piano terra con una gestione separata degli accessi.
Il manufatto edilizio oggetto di ristrutturazione e ampliamento è conosciuto nel territorio del comune di Marostica come “Osteria alla Fortuna”. L’edificio vigeva in uno stato di grave abbandono e mostrava l’urgente necessità di un recupero complessivo. La costruzione è situata in corrispondenza al lato nord-est dell’area del Campo Marzio e alla fine del lungo viale alberato che costeggia l’area sino all’ingresso dell’osteria che risulta in asse con il percorso pedonale. Il fabbricato si componeva di in un blocco principale, a pianta quadrangolare, suddiviso in tre piani fuori terra: il piano terra adibito ad attività di ristorazione mentre gli ulteriori due piani ad uso residenziale. La costruzione originaria presentava gli stessi caratteri architettonici della facciata principale ancora visibile e la stessa sagoma geometrica. Lo spessore assai diverso delle murature e la sostanziale diversità dei materiali con cui sono state eseguite mostra chiaramente la presenza di un primo volume probabilmente dei primi del ‘900 successivamente ampliato nell’attuale dimensione; le parti originarie in muro a sassi lasciano il posto a muri meno spessi in mattoni. La parte iniziale presenta paraste e modanature che individuano campiture di facciata e proporzioni geometriche mentre l’ampliamento mantiene la semplicità e povertà dei materiali anche nella forma edilizia. Dalla comparazione con altri edifici dell’epoca presenti nel territorio di Marostica è stato possibile immaginare che in origine fosse una palazzetto dei primi del “900 a sagoma rettangolare privo di una copertura a padiglione. La sagoma stessa delle cornici di copertura era realizzata in calcestruzzo con una forma a gradini che non corrispondeva alle modanature dei marcapiano presenti nei tre lati principali. Le scelte progettuali hanno presupposto di mantenere la memoria delle superfici originarie, tralasciando tutti gli interventi di adeguamento successivo poveri di ogni contenuto architettonico e tecnologico e sono state guidate dalla volontà di mantenere la memoria storica dell’attività dell’osteria e delle parti originali del manufatto edilizio attraverso una composizione unica dell’edificio nella assoluta riconoscibilità dei momenti storici di produzione delle parti architettoniche. La soluzione di progetto fa convivere in una unica entità il passato e il presente cercando un piano comune di riferimento; questa ipotesi ha preso corpo pensando al piano comune come un involucro di base, una struttura di supporto neutra, che fungesse da collante per le superfici dei primi del novecento assieme a quelle del presente. L’edificio si configura con una tipologia a palazzetto che mantiene le caratteristiche formali originarie, con l’eliminazione della copertura a padiglione non consona né alle architetture dei primi novecento e nemmeno a quelle attuali. Ciascuna delle due superfici di parete vengono trattate con rigore stilistico provvedendo al restauro delle superfici mantenute e alla ricomposizione di parti degradate mentre nel caso delle nuove pareti viene lasciato spazio ad uno stile compositivo semplice con ampie superfici vetrate. La soluzione funzionale prevede la realizzazione di un interrato che comprende tutto il sedime dell’edificio all’interno del quale troveranno posto due locali di deposito per i due appartamenti mentre lo spazio rimanente sarà destinato all’attività del ristorante al piano terra. Il piano terra viene interamente dedicato all’osteria con la sola esclusione della scala di accesso ai piani superiori, organizzati per prevedere due appartamenti. La zona al piano terra è dotata di impianti indipendenti, conformi alle necessità dell’attività commerciale. Sul piano di copertura saranno installati sia pannelli solari termici, sia pannelli fotovoltaici per contribuire alla riduzione degli agenti inquinanti e alla riduzione dei consumi energetici. L’ascensore consente il collegamento verticale per gli appartamenti ed anche per la zona del piano terra con una gestione separata degli accessi.